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Le principali erbe spontanee commestibili

Le erbe spontanee rappresentano uno dei più ricchi (ed economici) alimenti a nostra disposizione. Usate da sempre in tutte le cucine del mondo, rischiano di venire dimenticate e quindi non più riconosciute a causa della diffusione dell’agricoltura intensiva e della grande distribuzione alimentare che privilegia le verdure coltivate e le impone su larga scala. Ma rispetto a queste ultime le erbe spontanee comportano diversi vantaggi:

  • valori nutrizionali elevati;
  • minore contenuto di acqua e quindi maggiore resa quantitativa;
  • risparmio economico;
  • garanzia di naturalità,
  • stagionalità e località;
  • facilità di riproduzione

Crescono praticamente ovunque, dai boschi alle città, dai campi coltivati ai pascoli di montagna, anche se sono da preferire, ovviamente, quelle raccolte in contesti non troppo antropizzati e non inquinati. Quindi evitare di raccoglierle ai bordi di strade trafficate, lungo i marciapiedi o le siepi urbane, nei giardini pubblici di grandi città ecc…

Molte di esse sono presenti nelle ricette della cultura contadina e, fortunatamente, ancora utilizzate. Qui ne descriviamo cinque, tra le più diffuse ed utilizzate in cucina.

CICORIA SELVATICA (Cichorium Intybus)

 

 

Una delle principali piante, per diffusione territoriale e utilizzo, è la cicoria selvatica. Facilmente riconoscibile dalle foglie disposte “a rosetta”, più o meno frastagliate, e dal fiore blu/viola (ma ne esistono varietà anche a fiore bianco), oltre che dal suo sapore amarognolo.

Per uso alimentare se ne utilizzano le foglie (in minestre, condimenti, ripieni), il fiore (in insalate miste) e la radice, che una volta tostata e macinata, è un salutare surrogato del caffè. Inoltre è impiegata per decotti, tisane e in tintura madre.

E’ ricca di inulina, vitamine B, C, K, P, sali minerali, glucosidi amari e aminoacidi liberi. Ha proprietà digestive, diuretiche, depurative, antianemiche, ricostituenti e disintossicanti.

 

ORTICA (Urtica Dioica)

 

Ricchissima di ferro, l’ortica rappresenta una di quelle piante che solitamente si è abituati a considerare inutili se non addirittura dannose, a causa della sua caratteristica urticante. Per fortuna in alcune zone d’Italia le foglie vengono ancora adoperate come ingrediente tradizionale in alcune preparazioni.

Tipicamente romagnola è, ad esempio, la sfoglia verde, da cui le famose tagliatelle paglia e fieno, con l’ortica leggermente sbollentata ed aggiunta all’impasto. Utilizzata anche nel ripieno dei ravioli o nel classico risotto all’ortica, trova un suo coronamento eccezionale nel pesto, in sostituzione del basilico, poiché essendo una preparazione a freddo mantiene pressoché inalterate le proprietà della pianta.

Molto utilizzata anche nella preparazione di infusi, shampoo e saponi.

Ricchissima di ferro e vitamina C, ha proprietà diuretiche, antianemiche, ricostituenti e cardiotoniche.

 

TARASSACO (Taraxacum officinale)

 

Il tarassaco, presente praticamente ovunque, fino ai 2000 m di altitudine, è una delle piante selvatiche più comuni.

Dalle foglie frastagliate, lanceolate e molto lisce al tatto con un fiore giallo in cima, il tarassaco è anche chiamato “piscialetto” per le sue proprietà diuretiche e depurative soprattutto per il fegato, i reni e il pancreasAltresì noto come dente di leone o soffione, per il particolare ciuffo bianco di peli che produce (pappo, funzionale alla diffusione anemocora del seme, ovvero sfruttando il vento).

Dal sapore amarognolo, si può utilizzare crudo in insalata oppure nella preparazione di zuppe e minestre, ma anche in condimenti come si fa con la cicoria. Anche il fiore è un ottimo ingrediente per insalate o per essere fritto in pastella, mentre i boccioli dei fiori, ancora chiusi, si possono utilizzare come surrogato dei capperi mettendoli sotto sale.

Come per la cicoria, anche la radice del tarassaco è un’alternativa genuina al caffè.

 

BORRAGINE (Borago Officinalis)

 

 

Anche la borragine è comunissima nei campi incolti e ai bordi delle strade, ed è facilmente riconoscibile per le sue foglie ruvide ed i suoi fiori violacei rivolti verso il basso, oltre che per la peluria che la avvolge.

Dal gusto che ricorda vagamente il cetriolo, è una pianta interamente commestibile: i fiori sono delicati ed eleganti per condire insalata o piatti freddi, i gambi sono gustosi lessati e le foglie, oltre che in minestre e ripieni, sono deliziose se fritte in pastella.

Ricca di calcio e potassio, è da pochi anni impiegata per estrarre, dai semi, un olio ricco di omega-3, omega-6 e sostanze antinfiammatorie.

 

ASPARAGO SELVATICO

 

Pianta diffusa un po’ ovunque lungo il bacino del Mediterraneo, è caratterizzata da rami intrecciati e foglie spinose più o meno dure. La parte commestibile è rappresentata dai turioni, ovvero dai germogli che spuntano intorno alla pianta in primavera.

Se ne consiglia il consumo a crudo, essendo una pianta delicata e sensibile al calore. Ottima in insalata, per condire risotti e per essere adoperata in frittate o torte salate.

Ricchissima di acido urico, è per questo controindicata a chi ha problemi di calcoli renali, ma è un efficace diuretico ed è una riserva naturale di vitamina C, potassio e purine, oltre che fibre alimentari.

Sin dai tempi dei Greci è ritenuta essere anche un ottimo afrodisiaco.

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