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Cos’è il Kamut?

Il Kamut® è un marchio registrato sotto il quale viene venduto il grano di qualità khorasan. Proprietaria del brevetto è la Kamut International, che ha diffuso con successo il proprio brand con un’abile strategia commerciale che ha fatto leva anche sul presunto ritrovamento del cereale nella tomba del faraone Tut. Inizialmente, non a caso, venne commercializzato come “grano del faraone Tut”.

Dunque in realtà il Kamut® è solo il nome commerciale del khorasan, cereale integrale delle sottospecie Triticum turgidum ssp. turanicum, con denominazione ufficiale QK-77. Fondamentalmente chiunque può coltivare e vendere il grano Khorasan, semplicemente non può chiamarlo Kamut®.

Qual è la vera origine del Kamut®/khorasan?

Il khorasan proviene dal Medio Oriente, più specificatamente dall’Anatolia (Turchia) e dall’Iran, e prende infatti il nome da una regione persiana. Noto anche come frumento orientale, si è successivamente diffuso nel Mediterraneo, toccando anche Paesi come l’Egitto (da cui la leggenda), ma pure l’Italia: il khorasan (di qualità Saragolla) viene coltivato nel Meridione, soprattutto in Abruzzo e Basilicata.

Il Kamut®invece, come abbiamo detto in apertura di articolo, è un marchio registrato nel 1990 contenstualmente alla fondazione della Kamut International da parte di Bob Quinn, agronomo e biochimico del Montana. La società difende la scelta di brevettare il nome spiegando che in questo modo può garantire ai clienti che il grano khorasan sia coltivato secondo tradizione.

Come viene coltivato il Kamut®?

La produzione del Kamut® è regolata dalle licenze della Kamut International e avviene in coltivazione biologica principalmente negli USA (Montana) e in Canada (Alberta). Si può dunque notare una contraddizione tra l’uso del metodo biologico e l’assenza della filiera corta: i prodotti del Kamut® (semi, farine o derivati) attraversano l’oceano per arrivare sulle nostre tavole.

Caratteristiche nutrizionali del Kamut®/khorasan

Molto simile al frumento, il khorasan ha tuttavia valori più alti in proteine (tra il 12% e il 18%), il che lo rende a maggior ragione non adatto all’alimentazione dei celiaci (più proteine = più glutine). In qualità di cereale integrale ha una maggiore concentrazione di fibre rispetto ai cereali raffinati, inoltre è ricco di selenio ma povero di vitamina B6.

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